domenica 15 marzo 2015

UN CANTIERE NAVALE IN MANSARDA di Marco Bartesaghi



“Stai attento: il disordine ci deve essere, se no l’è minga bel … perché chi ama troppo l'ordine è un pazzo. Invece, più casino c’è più ci si sente meglio. - sperando che mia moglie di sotto non ascolti quel che dico”.








“Questo è l’incrociatore Bolzano: è tutto di rame. È una nave del 1942 della Regia Marina Italiana”

In primo piano l'incrociatore pesante Bolzano

“Quello che sto facendo adesso invece è il sottomarino Fratelli Bandiera, classe 600, anno 1942, 2a guerra mondiale, con pitturazione mimetica. È una sezione: dall’ordinata 50 all’ordinata 75 rispetto ai disegni dei cantieri Orlando, o Monfalcone, non mi ricordo”


Sezione del sommergibile Fratelli Bandiera

Per farmi capire meglio cerca i disegni, su cui mi indica il locale comando,  la “falsa torre”, di cui mi fa veder il modello che ha costruito e su cui mi indica l’entrata per il personale
“In effetti la “sezione” che ho costruito va dall’ordinata 50 alla 75/80, perché non potevo tagliare i letti (che non ho ancora fatto) a metà”. 



L'ordinata 50 del sommergibile Fratelli Bandiera

L'ordinata 75/80

Gli chiedo dove ha trovato i disegni. Mi dice che  arrivano direttamente dai cantieri e che l’Associazione Modellisti Bolognesi, è in grado di procurare tutti i disegni che vuoi.
Gli chiedo se tutte le sue costruzioni sono in scala e se usa sempre la stessa scala.

“Sì, sono tutte in scala, ma non con la stessa scala: il Bolzano è scala 1:150, la Vittorio Veneto è 1:200”

Suona il telefono.
“Oh mama, in de l’è? Ho sentito suonare. Chi ‘n de l’è ….”
Dopo aver risposto riprende a parlare ma ha cambiato discorso
“Ho anche una collezione di binocoli. Ho due Zeiss, un binocolo italiano delle Officine San Giorgio,, il migliore. Poi c’ho lì un russo, che mi ha dato un amico. Inoltre colleziono strumenti di misura: micrometri, amperometri, tester, ...”
 ...e cambia ancora discorso.
“toh, vuoi fotografare quella là?” - mi porta nell'altro locale della mansarda “è la Dana, una nave olandese di piccolo cabotaggio” 




"Dana", nave olandese

Mi mostra il “tornietto nuovo” con cui fa le canne dei cannoni e, ad esempio, i pistoni dei motori.
“Perché costruisco anche modelli di motori. Devo fare un modello di motore Isotta Fraschini 18 cilindri, che usavano sui MAS”

 

Il tornietto per lavorare il ferro
 
Funzionante?
“Ma no, scherzi? Gli metto i pistoni e tutto, però non sarà fatto per funzionare. Ho provato a farne uno funzionante, per un aereo, ma è durato poco”.
“Questae mi indica ancora l’incrociatore Bolzanoè una signora nave. Le mancano ancora tutti i cannoni antiaerei, poi va dipinta. Devo fargli la mimetizzazione del 1941, perché era in squadra con la Vittorio Veneto, La Bolzano è stata silurata a Genova da italiani, per non farla cadere in mano dei tedeschi. La Vittorio Veneto invece è stata colpita da diversi siluri”



La mansarda/cantiere navale, perlinata in legno scuro, è così accogliente, con  il suo disordine voluto, esibito, ma anche organizzato -  tant’è che lui ci sguazza benissimo -  e il mio ospite è così entusiasta che siamo entrati subito in argomento e mi sono dimenticato di presentarvelo : Enrico Colombo, classe 1947, nato a Verderio (Inferiore), in via  Tre Re, nel cortile dei “Maréna, dei Colnaghi dei Masirö, dove c'è la panetteria Nava. Il papà, Adamo Marco, detto “Marchin”, era operaio alla Pirelli. Durante il fascismo, però, non essendo iscritto al partito, faceva il “carbunat”:  consegnava il carbone alle case dei milanesi. La mamma, Cecilia Villa, era di Cascina Alba.



 
“Da piccolo, fino a quattro anni, sono stato a balia a Verderio Superiore, nella corte dei Colnaghi, dalla zia Ginetta. Dai dieci ai diciotto anni sono stato in collegio, dagli Artigianelli di Monza”



In collegio ha imparato il mestiere di elettricista, che poi ha svolto presso la ditta “Elettrocondutture”, realizzando quadri elettrici per navi civili. Al modellismo navale ha cominciato a dedicarsi all'età di diciotto anni.

Mentre parliamo e risponde alle domande, continua a lavorare alla “sezione” del sottomarino Fratelli Bandiera, mi spiega le operazioni che sta facendo, commenta come ci sta riuscendo e, in più, mi fa lui stesso delle domande. Il registratore, come un grande pentolone, accoglie tutto quello che diciamo e lo mischia. Il risultato è quello che state leggendo. D'altronde l'ha detto fin dall'inizio
“senza un po' di disordine l'è minga bel”.



“Adesso dobbiamo dividere l’opera viva – cioè la parte immersa dello scafo, detta anche carena – da l’opera morta – la parte emersa”. Prende un nastro adesivo nero, lucido, di circa tre millimetri – si lamenta di quanto costa, anche  se, quello che usa, mi dice, non è materiale da modellismo ma da carrozzeria – e lo stende con precisione sul modello.



Enrico impegnato nei ritocchi. La riga nera sullo scafo divide l'opera viva (verde) da l'opera morta.


“Adesso, dato che qui ci sono degli errori, devo provvedere.  Queste “schifezze”, cioè queste ammaccature vanno lasciate, perché i sottomarini sono così. Non ce n’è neanche uno bello liscio …”

Hai lavorato anche per i sottomarini?
“No, a Elettrocondutture facevamo solo navi civili. Sono salito su un sottomarino solo una volta, ma non su uno di questi … C’è da ritoccare qua, con questo colore” 
Facevate solo navi nuove?
“No, ho lavorato anche su una vecchia nave norvegese. Pensa te che aveva i quadri elettrici di comando  con ancora i vecchi regolatori di corrente della Brown Boveri, Te li ricordi?”
 

Io!? Figurati.
“Avevano ancora tutti i collegamenti con i cavi rigidi, squadrati, o ma che roba …”
 

Cosa intendi per vecchia?
“1950. Adesso si usano invece le canaline antifiamma, con i cavi isolati in gomma butilica; le sbarre collettrici devono essere tutte argentate, perché il rame tende a prendere il verde rame e poi si scaglia”.
 

Invece l’argento non si ossida?
“Sì, si ossida ma poi rimane lì, non si stacca”

Racconta e intanto continua con i ritocchi di vernice sul sottomarino.
“Va che manina, va, va , va” - si compiace - “Oplà. Questo rosso non mi piace” e via con un ritocco.








Lavoravi nei porti?
“No, nei cantieri”.
 

E hai mai navigato?
“Qualche giro quando si dovevano fare le prove e basta …”
Come scegli i modelli da realizzare?
“Sono appassionato di storia della navigazione. Poi a me è sempre piaciuto ascoltare i racconti di chi ha vissuto sul mare. In Elettrocondutture c’era un ingegnere che era stato imbarcato su un sommergibile: mi diceva che la vita lì era una cosa pazzesca …Ho un amico di Oggiono che era silurista su un sommergibile: la branda su cui dormiva era proprio sopra i siluri”




Parlami di qualche nave che hai fatto
“Negli anni settanta avevo fatto la Vittorio Veneto; prima  un brigantino; poi l’incrociatore Indomito, che ho regalato a uno che lavorava con me;


La corrazzata Vittorio Veneto. Nella foto sotto un suo particolare




ho fatto due cacciatorpediniere, poi ho fatto il Cutti Sark, una nave a vela inglese. Però le navi della seconda guerra mondiale sono la mia passione: gh’è chi va a pescà, chi a giugà ai bocc …” 


In primo piano il cacciatorpediniere Grecale; in seocndo piano il sommergibile Sciré

“Il Fratelli Bandiera è un sommergibile sulle 600 tonnellate di dislocamento”
 

Sarebbe a dire?
“Il “dislocamento” è il peso presunto di una nave che corrisponde al peso dell’acqua che viene spostata dalla nave stessa. Non si deve confondere con la stazza, che invece è la volumetria coperta   ecco, adess el m’è scapa de man …” - si riferisce al nastro adesivo che sta applicando.

Vedo dei trenini e chiedo se si tratta di un’altra passione.
“Mi piacciono, sono diventato un bambino, ti dico la verità: è inutile diventar grandi per diventar pirla … restiamo bambini!
Così quando scriverai la tua biografia dirai che hai conosciuto un artista della navi”.

 

Gli dico che la chiacchierata che stiamo facendo è destinato al blog
“Cos’è ‘sto blog? Io sento dire del blog qua, del blog là, ma non so neanche cosa sia. Non ho neanche un computer”.

Cerco di spiegargli ma mi distraggo  perché sopra il tavolo dove lavora è appeso un “regolo calcolatore” lungo almeno mezzo metro. Per chi non lo sapesse il “regolo” è uno strumento che serviva, fino all’avvento delle moderne calcolatrici, per fare calcoli, anche complessi: non sono mai stato capace di usarlo.
 

 
Il regolo calcolatore


“Oh, impossibile”
È sempre così: quando una persona sa fare bene , molto bene, una cosa pensa sia impossibile che altri invece non la sappiano fare.



“Ho visto un peccato, devo fare un ritocco”

Intanto gli spiego cos’è un blog, in particolare il mio
“Ma lo guarda qualcuno?”

Quanto costa fare un modello come questo – mi riferisco al Fratelli Bandiera.
“Tanto” - risponde, senza fare cifre, e mi invita a sollevarlo. Non mi rendevo conto che pesasse così tanto, ed è tutto lamierino di rame.
 

“Sono passioni che costano, perché un minimo di attrezzatura la devi avere”
Ma quella, quando ce l’hai ce l’hai.
“Sì, sì, questo è vero”.

Prima della sezione del Fratelli Bandiera, a cui sta lavorando, aveva già costruito un modello, quella volta intero, di sottomarino italiano, lo Sciré, che fu affondato nell’agosto del 1942.

“Adesso ti faccio veder come si fa la listellatura. Con queste listelle di legno devo rivestire tutto il pavimento della torre”


Particolare della "falsa torre" con listellatura in legno
Un lavoro da certosino: il pavimento ha forma più o meno ovale e, non essendo libero, ma occupato da diversi oggetti, ogni listella deve essere sagomata con un cutter.
“La prima listella ha il compito di fare da guida per le altre: la taglio; controllo che sia fatta bene; la incollo, urco can quanta colla m’è andata giù … ”


Sega a nastro
 Quali attrezzature usi? Mi mostra una sega da banco, per tagliare il legno, una fresatrice e un tornio per il metallo.
“La fresatrice serve soprattutto per costruire i modelli di motori”.

 
Fresatrice


 
Alcuni strumenti "utilissimi"



Ti piace di più lavorare il legno o il metallo?
“Non ho una preferenza: quando la nave richiede il legno uso il legno, quando richiede il metallo, come nelle navi da guerra, uso il metallo, cioè il lamierino.”


Due modelli in legno: il Cutti Sark, veliero inglese e, sotto ...

... un battello del Mississippi
Cosa te ne fai delle navi che costruisci?
“Di solito le tengo. Solo che, adesso, l’associazione dove va la mia bambina, la Silvia, è un po’ in crisi, allora se riesco ne vendo qualcuna.”

Che associazione è?
“L'A.G.A.P.H. di Barzanò, che gestisce un centro diurno per disabili: gli hanno tagliato i finanziamenti, perché quando non sanno più dove attaccarsi si attaccano ai poveracci”  

 


Enrico Colombo e Fabrizio Oggioni
 
Quindi se ti capita di venderle le vendi per aiutare l'associazione.
”Ad esempio quel motoscafo che c’è là sotto il tavolo del tornio, che è un signor motoscafo, è in vendita”
Ci ripromettiamo, su questo argomento, di tornare in un'altra occasione.
 

Hai mai fatto mostre? 
“Sì, una a Brivio e una a Bellano e hanno avuto anche abbastanza successo. Le navi sono tornate un po’ danneggiate, però sono stato contento”

Faresti una mostra a Verderio?
“Adesso mi sto impegnando per farne una a Merate, probabilmente all'inizio di giugno. Se qualcuno mi chiedesse di farne una anche qua la farei volentieri. Però bisogna vedere se alla gente può interessare una cosa simile”
Tutti i giorni lavori alle navi?
“No, dipende dagli altri lavori che ho da fare: la precedenza è riservata a quelli di casa”





Si accorge di “un errore gravissimo” - secondo lui - nella listellatura e quindi si concentra sul lavoro.

Come mai sulla superficie esterna di un sommergibile c'è una pavimentazione in legno?

“Per rendere il pavimento meno scivoloso; almeno da asciutto, perché quando è bagnato è bagnato e si scivola comunque”
Ma non si rovina stando sott'acqua?
“Cosa importa, quando è scassato si cambia. Se no come fa la gente a vivere? Bisogna dare da lavorare. Vedi che adesso prende forma. Poi ovviamente bisogna ritoccare tutto, togliere le sbavature”

Ma è ora di smettere, perché torna Silvia, la sua bambina ...




La "Caracca" Santa Maria, di Cristoforo Colombo. Una cosa pensavo di sapere: che Cristoforo Colombo fosse andato in America con le Caravelle. Sbagliato, si trattava di "Caracche"



2 commenti:

  1. molto simpatica questa intervista, anche l'artista e anche tu
    ciao denny

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  2. Mi rammarico di aver trovato questo articolo solo ora, mi ha lasciato davvero a bocca aperta, quanta stima!!Realizzare quadri elettrici di comando per navi e poi arrivare a fare questo...sensazionale davvero!

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