domenica 18 gennaio 2015

OLTRE IL RAZZISMO PER CONOSCERE E PER NON DIMENTICARE, classe V elementare, Verderio S., 1994/95/95












Quando, l'11 dicembre 1994, fu posta la lapide in ricordo della famiglia Milla, che da Verderio, cinquantun anni prima, era stata deportata ad Auschwitz, gli insegnanti della classe quinta elementare di Verderio Superiore organizzarono un'attività didattica sulla persecuzione nazista degli ebrei e, più in generale, sul tema del razzismo.
Di questa attività è rimasto il fascicolo intitolato: “OLTRE IL RAZZISMO PER CONOSCERE E PER NON DIMENTICARE”. In un suo capitolo sono raccolte le riflessioni degli alunni, oggi trentenni, sulla poesia “Shemà” di Primo Levi.
Ecco la poesia, che qui viene chiamata “Se questo è un uomo”, che in realtà è il titolo del libro che la contiene,e le riflessioni dei bambini. M.B.









SE QUESTO È UN UOMO
Primo Levi

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il ventre
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa
la malattia vi impedisca
e i vostri nati torcano il viso da voi.


STRUTTURA E CONTENUTO DEL TESTO
La poesia ricorda la drammatica situazione dei prigionieri nei campi di concentamento nazisti e invita a non dimenticarla.
La poesia è composta da quattro parti.
1 - il poeta si rivolge a chi vive tranquillo, sereno, senza preoccupazioni, libero (come noi;
2 – invita a considerare le condizioni di vita DISUMANE di uomini e donne nei campi di concentramento;
3 – esorta a riflettere e a non dimenticare […];
4 – minaccia terribili punizioni per chi dimenticherà.
RIELABORATO INSIEME

PENSIERI PERSONALI …

Per me il poeta Levi vuole farmi capire che questo avvenimento non è per niente inventato […], come alcune persone credono. Questa poesia mi dice come in quel tempo gli ebrei venivano massacrati e torturati.
Serena

Io penso che non sia giusto trattare in quel modo così orribile persone, che se anche di religione non uguale sono come noi. Meditando ho pensato: e se i tedeschi erano al loro posto? Avrebbero capito la tortura a cui avevano sottoposto gli ebrei?
Riccardo G.
Io penso che la terribile ingiustizia contro gli ebrei, non deve essere lasciata impunita, perché quello che avevano fatto agli ebrei i soldati, era una forma di razzismo molto grave. Loro li sterminarono solo perché erano di religione differente
Sabrina C.
Il poeta esprime parole giuste e tutti, uomini donne bambini devono ricordarsi di questo avvenimento e persino pubblicarlo perché tutti lo debbono sapere. Per non dimenticare!
Alberto M.

Io penso che questo scrittore, se non fosse stato ebreo, non avrebbe scritto questa poesia, perché lui è stato veramente deportato nei campi di concentramento.
Questa poesia è molto giusta e significativa.
Ho imparato ad amare tutte le persone, perché sono tutte uguali senza distinzione di sesso, di razza, di colore, di religione.
Elena M.

Per me questa poesia è molto significativa, nella seconda parte soprattutto, perché mi fa capire come vivevano la tragedia gli ebrei nei campi di concentramento mentre i […] si godevano tutte le comodità che si possono avere nella vita.
Gli ebrei dovevano essere trattati come uomini e non come cose perché sono ugluali a noi.
Sara B.

Per me tutti gli uomini e le donne di RAZZA e di RELIGIONE diversa dalla mai sono sempre uguali a noi e devono essere trattati bene perché non importa se uno è NERO, BIANCO non importa se è EBREO o ITALIANO, sono tutti fratelli.
Questa poesia è molto triste perché parla della […] delle persone naziste che non sapevano cosa volesse dire la parola AMORE.
Silvia M.

Io penso che era ingiusto catturare e imprigionare gli ebrei perché non sono diversi da noi, e quindi dovevano essere trattati meglio come se fossero i loro migliori amici.
Per me la loro vita doveva essere più libera e pacifica.
Qui a Verderio Superiore è vissuta una famiglia di ebrei, Milla, che è stata trasportata nel terribile campo di concentramento di Auschwitz.
Però due componenti, Serena milla e sua madre Lea, che dopo è morta di vecchiaia, sono riusciti a scappare.
Per fortuna Serena è ancora viva e vive, non troppo felice, perché, impresso in lei sono rimasti molti ricordi brutali e terrificanti.
Michela M.

Per me questa poesia è molto giusta perché esprime parole molto importante. […] dobbiamo voler anche bene, perché siamo tutti figli di Dio, il padre di tutti.
Elisa P.

La poesia mi fa capire che non bisogna […] gli altri per il colore della pelle, per la religione, perché potremmo essere noi nei loro panni.
Ho imparato che bisogna rispettare gli altri e amarli.
Elena S.

Questa poesia mi fa riflettere su quanto io sia fortunata ad avere una casa, l'amore dei miei genitori.
Per fortuna, della famiglia Milla è rimasto un componente, Serena e questo mi rende felice.
Oggi purtroppo ci sono ancora delle forme di razzismo, che non sono così devastanti, però ci sono!
Roberta L.
Noi abbiamo tutto quello che gli ebrei non avevano: amici, cibo, casa.
I tedeschi li trattavano come animali e non è giusto, perché noi dovremmo essere tutti amici.
Queste parole mi hanno fatto rinascere, nella mia mente, quel momento tragico e mi sento triste.
Federico

Secondo la mia opinione non è stato giusto che i nazisti abbiano torturato gli uomini ebrei.
Questa poesia mi fa capire la condizione in cui venivano trattati, perché lo scrittore Primo Levi ha vissuto quella tragedia.
Ad Auschwitz venivano uccisi bambini molto piccoli, persino neonati e questo mi fa riflettere sulle cose che sprechiamo, quando invece gli ebrei non potevano godere del dono più grande “LA VITA”.
Anna S.
Il poeta ci invita a riflettere su questa poesia perché, anche se gli ebrei professavano una religione diversa, sono persone come noi.
Quindi i tedeschi non li dovevano torturare.
Per loro provo uno stato di pena perché, da come racconta il poeta, vivevano in condizioni disumane.
Riccardo R.

Il poeta ci fa riflettere su quei duri momenti che anche lui, perché ebreo, ha vissuto nel campo di concentramento.
Queste parole scritte sono significative e ci fanno pensare com'era la vita prima che noi nascessimo.
Secondo me gli ebrei dovevano essere liberi come gli altri, anche se appartenenti a una religione diversa.
Io mi ritengo fortunato ad avere una famiglia che mi vuole bene e una casa calda dove vivere e poter essere libero.
Davide S.



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