sabato 13 settembre 2014

BEATRICE FUMAGALLI E GIGLIOLA NEGRI, DECORATRICI E MOLTO ALTRO di Marco Bartesaghi



Beatrice Fumagalli








Quando nel 2004 sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’Aia di Verderio, fatta costruire nel 1857 dalla famiglia Confalonieri, a Beatrice Fumagalli si è presentata l’opportunità non solo di entrare nell’edificio, per esplorare il quale, quando era abbandonato e sommerso dalla vegetazione, era stata tentata più volte di scavalcare il muro di cinta, ma, addirittura, di concorrere alla sua rinascita.






Da quasi dieci anni lei e Gigliola Negri erano decoratrici professioniste, e avevano svolto anche lavori di una certa rilevanza, sentendosi pertanto pronte anche ad affrontare le decorazione dell’aia: Dovevano solo vincere le proprie titubanze, farsi avanti e proporsi ai signori Verderio, i proprietari.
Hanno superato ogni indugio quando si sono accorte, osservando dall’esterno, che coloro che stavano facendo le prove per poter ricevere l’incarico non sarebbero stati in grado, a loro giudizio, di affrontarlo con competenza. La stessa opinione a cui erano giunti i proprietari. Questi, visti i curriculum e valutate le proposte di Beatrice e Gigliola, hanno deciso di affidarsi a loro.



L'antica aia a destra e l'edificio nuovo a sinistra

I lavori di decorazione sono durati 8 mesi, fra il 2005 e il 2006, e sono stati portati a termine un paio di settimane prima dell’inaugurazione (giugno 2006).
Hanno riguardato sia gli interni che gli esterni, sia l’edificio vecchio che quello nuovo. Per gli interni, non dovendo recuperare alcun disegno primitivo, la libertà d’intervento è stata molto ampia e le decoratrici hanno potuto accontentare le esigenze e i gusti della committenza.



Due bozzetti per la decorazione interna.

Una parte di decorazione finita.

Meno libertà per le decorazioni esterne. Per la nuova costruzione hanno dovuto scegliere disegni e colori tali da farle assumere un aspetto più defilato rispetto all’edificio antico. Per quest’ultimo hanno invece ricercato ed ottenuto, la massima fedeltà possibile ai disegni e ai colori originali.

La soluzione decorativa adottata per l'edificio nuovo
Un rammarico, condiviso con il proprietario, è quello di non aver potuto conservare l’antico strato di rivestimento e utilizzare la tecnica a graffito  della decorazione originaria. Quando Beatrice e Gigliola hanno assunto l’incarico, i muri esterni erano già stati ricoperti con uno strato d’intonaco su cui loro hanno poi dovuto lavorare. Chi le aveva  precedute non era andato sufficientemente a fondo con la scrostatura, non accorgendosi che lo strato più profondo d’intonaco, risalente alla costruzione dell’edificio, era stato realizzato con una tecnica particolare: il Tadelakt.
Il Tadelakt è un rivestimento murale a base di calce, sabbia e saponaria, tipico del Marocco, dove viene tradizionalmente utilizzato negli hamman e nei giardini dei palazzi.
Raggiungendo con la scrostatura questo strato di rivestimento, Beatrice e Gigliola hanno trovato le tracce che poi hanno permesso di riprodurre i disegni e i colori originali. Non è invece stata ripresa la tecnica del graffito.


Gigliola impegnata a dipingere le due preime stelle della facciata. Sotto la finestra un frammento della decorazione originale.
Una particolarità della costruzione ha reso difficile la riproduzione esatta del disegno geometrico del lato sud e dei lati est e ovest. L'altezza della facciata esposta a nord  è infatti di 14 cm inferiore a quella a sud. È stato pertanto necessario “correggere” il disegno recuperando circa 1 cm per ogni stella riprodotta sulle pareti laterali, in modo da impedire all'occhio dell'osservatore di accorgersi dell'incongruenza geometrica.



I disegni sui muri sono stati riportati con la tecnica dello spolvero, che consiste nel preparare i disegni, a dimensione reale, su fogli di carta, bucare fittamente i contorni per mezzo di una punta, appoggiare i fogli sulla parete e tamponare con la polvere di carboncino in modo da lasciare una traccia di puntini neri in corrispondenza del disegno.


Un bozzetto di putto sopra una porta
 
La parete preparata a ricevere lo "spolvero" del  putto
Il dipinto finito
Beatrice Fumagalli e Gigliola Negri sono  nate (rispettivamente nel 1967 e nel 1969) a Verderio (inferiore), dove hanno vissuto per molti anni.
Hanno frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera, dove Beatrice ha studiato scenografia e Gigliola decorazione.
È Gigliola che inizia per prima a lavorare come decoratrice, facendo esperienza di bottega con diversi artigiani Milanesi. All'inizio non si tratta di un lavoro a tempo pieno, in quanto per alcune ore  lavora anche nello studio di architettura d'ambiente di Annamaria Scaravella.
Beatrice si avvicina più tardi alla professione. Dopo il diploma lavora presso uno studio di architettura dove svolge il compito di “tiralinee” (espressione sua). Insegna però anche educazione artistica a Lissone, in corsi per ragazzi borderline .
Alla decorazione si accosta per gradi, prima collaborando saltuariamente con Gigliola, poi iscrivendosi singolarmente come artigiana. Nel 1996 diventano socie di un'unica società artigiana.
I loro committenti sono  soprattutto privati ma, sporadicamente, ricevono commissioni anche da parrocchie o enti pubblici.
I loro lavori più impegnativi sono stati quelli presso il bar ristorante “Le sale del Doge”, a Bergamo , e l'Aia di Verderio.





ALTRI LAVORI REALIZZATI A VERDERIO E NELLE VICINANZE


La decorazione dell'Aia è stato l'ultimo lavoro che Beatrice e Gigliola hanno realizzato a Verderio.
 

Il primo lo hanno fatto invece presso la ex-casa di Gigliola, in via Tre Re. 

La casa di via Tre Re prima delle decorazioni
Una porzione di edificio ad angolo, sul quale hanno decorato lo spigolo a finto bugnato; contornato le finestre con cornici neoclassiche, dipinto un marcapiano e una cornice di sottotetto.

La casa di via Tre Re dopo l'intervento decorativo.

Per convincere la commissione edilizia a concedere il permesso, dopo una prima bocciatura hanno presentato in comune la documentazione fotografica della presenza di tracce di decorazioni su diverse pareti di edifici di via Tre Re.


Il risultato ottenuto in questa prima opera, ha fatto da volano alla successiva. Dal comune di Verderio Inferiore hanno ricevuto l'incarico di rifare la facciata sud della “curt növa”, in Piazza Annoni.

La facciata sud della "curt nova"

Nella parte bassa della parete, fino alla base della nicchia della Madonna, hanno realizzato un finto bugnato. Hanno ripristinato la cornice intorno alla nicchia stessa e dipinto nuove cornici intorno alle finestre dei piani superiori.



La facciata sud di "curt nova"
A finto bugnato hanno decorato gli spigoli laterali mentre un cornicione dipinto contorna le falde del tetto. Queste sono quattro essendo la facciata divisa in due parti,  quella a sinistra più bassa e di ampiezza pari a circa un terzo dell'altra. Ciascuna ricoperta con un tetto a due falde.
Sotto al colmo del tetto più ampio è dipinto lo stemma comunale di Verderio Inferiore.

Hanno inoltre ricostruito una meridiana di cui rimanevano solo poche tracce.





Al cimitero di Verderio Inferiore Beatrice e Gigliola hanno restaurato la cappella della famiglia Annoni.



La cappella Annoni prima delle decorazioni
Hanno dipinto una Madonna, nello spazio già in passato occupato dall’immagine di Maria, e  disegnato lo stemma della famiglia.




Un ultimo intervento a Verderio, piccolo ma significativo, è l'insegna in ferro del negozio di tappezzeria in via sant'Ambrogio.






Ad Aicurzio, per rimanere nelle vicinanze, si possono visitare altre due loro opere. La prima, sul piazzale della chiesa, commissionata loro dalla parrocchia, ha riguardato la cappella della Madonna Addolorata. Nelle due fotografie che seguono, la cappella prima e  dopo il loro intervento.








Sempre ad Aicurzio, su incarico della Proloco, hanno dipinto una Madonna con Bambino.





 A Porto d'Adda, un altro loro “piccolo” lavoro: l'insegna della trattoria Tip Tap.



UN NUOVO LAVORO, ANCORA AL SERVIZIO DELLA "BELLEZZA"

Per 10 - 11 anni Beatrice e Gigliola hanno lavorato  a tempo pieno come decoratrici. Non potendo descrivere tutti i loro lavori, vi propongo, nell'articolo successivo una galleria fotografica di loro opere.
Dal 2007, pur non abbandonando del tutto la decorazione, dedicano la maggior parte del loro tempo ad una nuova attività, sempre legata, mi dice Beatrice, alla bellezza e all'armonia: hanno aperto un negozio di fiori.
Per imparare il mestiere hanno frequentato dei corsi presso la ASSOFIORISTI di Milano, e frequentato il vivaio di un amico.
Il  negozio, da loro stesse arredato, si chiama “Fiori e Colori” e si trova a Bernareggio in via Prinetti 56 (telefono 039.6902679).



Marco Bartesaghi 


ATTENZIONE!! Per l'eccessiva lunghezza degli articoli di questo aggiornamento, la galleria fotografica dei lavori di Beatrice e Gigliola non ha trovato posto in "prima pagina". Per "visitarla" cliccare su "Post più vecchi".

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