sabato 21 maggio 2011

DON ALESSANDRO VILLA, PARROCO DI ROBBIATE - seconda parte - di Maria Fresoli

Continua la pubblicazione del libro di Maria Fresoli "Robbiate tra fede e umane vicende". Quella qui presentata è la seconda parte riguardante don AlessandroVilla. La prima è stata pubblicata il 6 maggio 2011. M.B.







Durante i 41 anni di ministero di don Villa la nostra chiesa si arricchì di preziosi arredi, cominciando dai due simulacri degli "Angeli inginocchiati", opera di Girola Gerolamo, donati da donna Elena Scotti Fumagalli, che fino a qualche decennio fa erano sull'altare maggiore.
 

Angeli inginocchiati
 
Nel 1853 fu installato, dal famoso Giovanni Giudici di Bergamo, un nuovo organo dotato d’eccezionale armonia, il cui suono può essere ascoltato ancora oggi.
L'organo della chiesa parrocchiale di Robbiate

Nello stesso anno fu messo il paliotto alla mensa dell'altare maggiore: preziosa opera in lastra di rame argentata e dorata raffigurante "la comunione di S.Alessandro in carcere".



La comunione di S. Alessandra in carcere


Nel frattempo il coadiutore di Pagnano, don Giuseppe Viganò, che possedeva diversi beni in Robbiate, donò alla parrocchia il simulacro di legno di S.Anna: alla quale fu dedicata la cappella già prima sotto il titolo di S.Francesco Saverio. L'immagine della Santa, che non è la stessa che si trova oggi nell'omonima cappella (l'attuale è del 1931), era raffigurata seduta, dando l'impressione di posizione rannicchiata, tant'è che i buoni Padernesi le avevano appiccicato l'appellativo di "Sant'Anna in del segiòn".
Per spirito campanilistico, infatti, i Padernesi avevano inventato in tempi andati, per criticare i Santi titolari delle nostre cappelle il seguente sonetto:
In la gèsa de Rubià ghè
la Madona sènsa s’cèna,
Sant’Anna in del segiòn
e ul Crucefess che và in cancrèna

Morto di colera il 13 agosto 1855, don Giuseppe Vigano, lasciò alla chiesa di Robbiate un fondo seminativo di 43 pertiche e una casa situata nella contrada Cantone (1)
Sempre nel 1855 fu realizzato il magnifico stendardo di S.Alessandro, ricco di finissimi ricami e pitture, alla cui realizzazione contribuì ancora il pennello di Giovanni Valtorta, che dipinse, su disegni di Alessandro Sidoli e Giovanni Faller, da un lato l’immagine di S.Alessandro e dall’altro quello della Madonna della Rosa.


Stendardo
L’anno 1861 si ampliò notevolmente la sacrestia, portandola alle dimensioni attuali ed arredandola con armadi in noce che ancora vi si conservano.

Sacrestia


(1) A.P.R. – cart. n.8 – Testamento di G. Viganò.

Maria Fresoli

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