giovedì 20 maggio 2010

4 OTTOBRE 1571, S. CARLO BORROMEO IN VISITA A ROBBIATE di Maria Fresoli





Finalmente il 4 ottobre 1571 S.Carlo, in visita pastorale alla pieve di Brivio, giunse a Robbiate e, per l'occasione, una delegazione della Scuola della Rosa, con a capo il priore Bernardo Ajroldi, supplicò il Cardinale Arcivescovo di erigere la chiesa di S.Alessandro a Parrocchia, segregandola definitivamente da quella di Paderno.

ISCRIZIONE A TESTIMONIANZA DELL'EREZIONE DELLA CHIESA

Affinché fosse soddisfatto questo legittimo desiderio, che era poi il desiderio di tutta quanta la comunità, gli Scolari promisero di dotare la chiesa di tutti i beni della stessa Confraternita per il mantenimento del "parroco pro tempore". Commosso da tanto fervore, il giorno 5 ottobre 1571, S.Carlo eresse ufficialmente la "Parrocchia di S.Alessandro Martire", concedendo ai 40 confratelli della Rosa il singolare privilegio di eleggere, ogni qualvolta si rendesse necessario, il nuovo parroco (diritto esercitato per più di trecento anni).


BOLLA DI S.CARLO PER LA NOMINA DEL PRIMO PARROCO



ATTO NOTARILE DELL'EREZIONE DELLA PARROCCHIA



Dagli atti della visita si trascrivono alcune delle prescrizioni di S.Carlo per la sistemazione totale della chiesa, bisognosa di riparazioni e arredi, nonché varie disposizioni per il miglior governo delle anime (4):

"M.D.L.XX.I. adi VI d'ottobre. Ordinationi per la chiesa di Santo Alessandro Parochiale del luoco di Robiate, pieve di Brivio, fatte da Noi Carlo Card. Borromeo Arcivescovo di Milano nella nostra personal visita: Si proveda in questa chiesa eretta da Noi in parochiale d'un tabernacolo di legno bel indorato et honorevole per porre su l'altar grande. D'una pisside d'argento ben dorata per conservarvi dentro il SS.Sacramento... Si proveda d'un battistero di qualche pietra honorevole, al quale si faccia il suo ciborio piramidale ... Erigiamo ex nuve in questa chiesa la Scuola del Corpus Domini...uniamo et incorporiamo insieme questa Scuola et quella della Madonna della Rosa, et tutti insieme osservino le regole medesime soddette, et godano delli medesimi privilegii et indulgentie ... La cappella magior se imbianchi et si pinga. Il pavimento della chiesa s'accomodi, che resti tutto ben equale. Si alzi il tetto della chiesa, et seli faccia la soffitta. Si faccia una sacristia quanto prima, col suo Guarniero honorevole per li paramenti ... Il curato pro tempore mantenghi un chierico, che va da sempre in habito et serva alla chiesa. Il Vicario Criminale proceda nella causa del nostro precetto penale, intimato a Paolo Ajroldo, di comparire fra tri giorni avanti al Vicario per concubinato, et come appare per processo mandato nelle mani di esso Vicario. Li Scholari consegnino al curato, per instromento, li vasselli et tine come hanno promesso, i quali restino sempre a comodo delli curati di questa chiesa. Il Priore et Schuolari non manchino di attender anche loro,insieme al curato, alla recuperatione delli beni assignati da essial deto curato, et a questi prestino il loro aiuto..."
L'azione di S.Carlo servi certamente a rinsaldare e organizzare l'attivita nelle parrocchie, mettendo finalmente ordine in quel nugolo di benefici, legati, cappellanie, opere pie, a ridisciplinare e rinforzare il clero, proposto a guida spirituale nell'ambito delle rispettive comunita.
Malgrado ciò, alcuni nobili non adempivano i legati di cui erano gravate le loro proprietà, altri addirittura usurpavano quelle della parrocchia stessa: tant'è che nel 1573, il giovane curato don Giacomo Spada fu costretto a notificare al prevosto di Brivio il suo miserevole stato. Con solerzia il prevosto comunicò al Vicario Provinciale quanto segue (5):
"Ill.mo et Rev.mo Mons. Prov. Collen.mo Essendo ricercato di credenza dal curato di Robiate per l'inabilita sua, non posso mancare de farne fede, come con la presente faccio a Vs Ill.ma et Rev.ma, havendo prima molto ben esaminato et con la visita mia conosciuto che egli non si puo mantenere il vitto et vestito, ne puo esser in sussidio, anzi gravoso alla madre et sorella che tien presso di se con il chierico suo nepote, et partialmente ritrovo che questo anno egli non ha altra entrata che stara 7 de formento, stara 5 de segale, stara 3 de fave, brente 7 de vino6 et quanto al rimanente delli redditi de legati non excede la summa de lire 64, quali non puo anco esigere senza spexa, et percio merita di essere aggiutatto, non mancando egli di servire, per quanto porta l'human fragilita nostra, nell'officio suo, et perche cosi e la verita. Le ho fatto la presente sottoscritta di mia propria mano. Data in Brivio, li XXV di nov. 1573 Idem p. Jiac. Rub.s pp.s"


NOTE
(4) A.P.R. - cart. n. 4.
(5) A.C.A.M. - Pieve di Brivio - Volume III - n. 14.


Questo testo è tratto dal libro "Robbiate tra fede e umane vicende", scritto da Maria Fresoli ed edito dalla parrocchia di Robbiate nel 2003. Un altro brano tratto dallo stesso libro è stato publicato su questo blog il 23/3/2010.

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