domenica 4 aprile 2010

S. ROCCO di Marta Cattazzo




LOCALITA' : Verderio Superiore
UBICAZIONE: Cappellina di S. Rocco, via Sernovella
ICONOGRAFIA: S. Rocco (detto S. Rocchino)
COLLOCAZIONE: parete interna, da terra cm.145
DIMENSIONI: cm 102 x cm 152
PROPRIETA': pubblica, del paese








IMMAGINE ORIGINALE (foto 2002)


PARTICOLARE DEI VOLTI (foto 2002)



1 - C da Sesto. S. Rocco, olio su tavola,
1523. Milano, Museo d'Arte Antica,
Castello Sforzesco

2 - Capelli, S. Rocco
Verderio Superiore

DESCRIZIONE
Il santo in questione rispecchia l'iconografia consueta e riconoscibile, come tale doveva essere, presentando tutti i caratteri simbolici di questo personaggio: il mantello, il cappello ed il bastone da pellegrino, inoltre il piccolo cane ai suoi piedi che gli procura il pane per sfamarsi. Infine, alle sue spalle un angelo con la palma del martirio gli preannuncia il suo destino.
Si ricorda, infatti, che Rocco fu infetto dal terribile morbo mentre si dedicava alla cura degli appestati; ritiratosi per morire in solitudine fu guarito grazie alla presenza di un cane che gli avrebbe portato quotidianamente del pane e leccato la ferita fino alla guarigione.
In questa rappresentazione, ispirata alla maggior parte delle opere cinquecentesche (fig. 1) o dei secoli seguenti, risalta comunque l'aspetto eroico del giovane santo, il quale evidenzia la perfetta forma fisica e non, come probabilmente doveva essere, i segni della sofferenza (tant'è che di ritorno in patria venne imprigionato in quanto non fu riconosciuto, poiché la peste lo aveva trasfigurato).


VISTA DELLA CAPPELLINA DI S. ROCCO
LUNGO LA VIA SERNOVELLA (foto 2002)



INTERNO DELLA CAPPELLINA
DI S. ROCCO (foto 2002)


DATI STORICI INERENTI
La cappellina è collocata ai margini del paese, fuori dall'antico borgo, poiché sorge in un posto preciso da tempo luogo sacro. Si pensa infatti che fu voluta nel periodo della peste di S.Carlo o quella poco dopo del Seicento, come era abitudine di allora far erigere croci, steli o piccole cappelle in ricordo ai morti dell'epidemia, i quali venivano sepolti vicino (a Verderio perirono una quarantina di persone).
Un disegno ottocentesco di un certo C. Amati, descrizione della Battaglia di Verderio del 28 aprile 1799, riporta la cappellina in pietra dalle dimensioni molto simili a quella attuale denominata S. Rocchino, testimonianza esplicita della sua remota esistenza.
Giungendo a periodi più vicini, nel libro Liber Chronicus presente in Archivio Parrocchiale, nel settembre 1926, alla p. 262 si legge: "In occasione del 25° di sacerdozio del parroco, Antonio e Vittorio Gnecchi-Ruscone fecero erigere ex-novo la cappella di S. Rocchino distrutta dal tempo".
Inoltre, nella parete esterna dell'edificio è inciso su una targa:
SACELLUM HOC
SANCTO ROCHO DICATUM
VETUSTATE DIRUTUM
ANTONIUS ATQUE VICTOR
GNECCHI RUSCONE
ÆRE PROPRIO
RESTITUERUNT
A.D. MCMXXVI
PAROCHO D.C. GREPPI
MISSAM JUBILAREM
CELEBRANTE
EM. CARD. E. TOSI
DIE XIV SEPT
BENEDICENTE

"Questa cappella dedicata a S. Rocco diroccata dalla vetustà, Antonio e Vittorio Gnecchi-Ruscone ricostruirono nel luogo proprio nell'anno 1926, celebrante la Messa giubilare il parroco don Carlo Greppi, il cardinale Emilio Tosi il 14 settembre benedicente".
Un cartiglio, invece, più piccolo posto vicino all'ingresso, reca la seguente iscrizione:

100 GIORNI DI INDULGENZE
A CHI RECITI PATER AVE GLORIA
AD ONORE DI S. ROCCO
S.E. CARD. E. TOSI
14.9.1926

L'anno seguente, sempre dal Liber Chronicus, in data 26 settembre 1927, alla p. 266 è nuovamente trascritto: "Inaugurazione e benedizione di S. Rocchino, rifatto quasi ex-novo della casa Gnecchi".
Dopo la famiglia Gnecchi subentrarono nella proprietà di questa cappellina i Baraggia di Aicurzio, i quali erano proprietari di diverse terre. Successivamente essa passò in custodia al paese.
Per quanto riguarda la devozione popolare, fu sempre viva: fino a qualche anno fa si celebrava la Messa il giorno di S Rocco e nel mese di maggio.
A seguito di un incidente stradale, avvenuto negli anni '80, dal quale rimase illeso un ragazzo, il padre decise di far installare la luce munita di sensore Per Grazia Ricevuta. Da allora la devozione si animò ancora per qualche anno, dopo di che, a causa dell'intenso traffico della strada principale e per la pericolosità crescente dell'incrocio, si dovette sospendere ogni funzione.

Marta Cattazzo

Nessun commento:

Posta un commento