giovedì 11 marzo 2010

CONSIDERAZIONI SULLA POTATURA DEGLI ALBERI di Giorgio Buizza



Questo testo è tratto da una lettera che il dott. Giorgio Buizza, agronomo, ha inviato alle autorità locali di Lecco per invitarle a riflettere sull'opportunità delle pesanti potature che periodicamente vengono effettuate sugli alberi della città.
Il tema non riguarda solo Lecco: le foto che corredano l'articolo sono state scattate a Verderio Superiore il 25 febbraio scorso ma di simili se ne potrebbero scattare in quasi tutti i paesi della Brianza e non solo.
L'idea che le potature siano utili agli alberi è assai radicata e difficile da scalfire. Come la "purghetta", che chi la prende regolarmente da una vita pensando che serva a purificare l'intestino continuerà a farlo nonostante le controindicazioni e i consigli in senso opposto, così le potature continueranno a essere effettuate nella convinzione che gli alberi ne escano ogni volta rinforzati. M.B.





Lecco, 26 febbraio 2010

Anche quest'anno sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria del verde cittadino, si cominciano a vedere alberi potati nell'area del monumento ai Caduti, da lì si procede a tamburo battente verso il centro città e vedremo fin dove si arriverà.
La domanda è la solita.
Perché si potano i platani in questo modo? Perché si spendono soldi pubblici inutilmente e, se si considera l'interesse generale, con effetti controproducenti.
Cerco di spiegare perché.



In un momento di generale sofferenza per le condizioni ambientali gravate da smog, polveri sottili, aria irrespirabile, blocchi del traffico ecc. il Comune riduce le ampie chiome degli alberi a moncherini privi di foglie e di gemme. Le chiome degli alberi, soprattutto le chiome dei grandi alberi, sono produttori di ossigeno; le foglie catturano anidride carbonica e rilasciano ossigeno; gli alberi con le fronde sono gli unici viventi in grado di svolgere questo compito con beneficio generale di salubrità dell'aria, di riduzione della CO2, di abbattimento delle polveri Il tutto, si noti bene, a costo zero, perché questa operazione gli alberi sono in grado di farla in piena autonomia, senza alcun "aiutino" da parte degli umani. Ma oltre a questo beneficio se ne possono ricordare altri: produzione di ombra durante la stagione calda, equilibrio dell'umidità atmosferica grazie alla traspirazione, accumulo di biomassa a partire dalla cattura di CO2 dall'aria. Continuare ad elencare benefici sarebbe noioso, ma forse è il caso di ricordarlo nuovamente, viste le continue "emergenze da smog".



Passiamo ora ai danni effettivi e potenziali di potature malfatte ed inutili.
La potatura è giustificata per ragioni di sicurezza stradale infatti alcuni rami sono cresciuti verso la sede stradale; in altri casi i rami si protendono verso le finestre delle abitazioni e tolgono luce agli ambienti domestici, in altri casi si devono rimuovere rami pericolanti rimasti appesi o rami secchi. Queste sono le operazioni che giustificano la potatura. Potare non significa necessariamente azzerare le chiome come si sta facendo sulle alberate di Lecco.
La riduzione indiscriminata e completa di tutta la chioma su filari di platani che non possono creare danni a chicchessia (lontano dalle strade, lontano dalle abitazioni, lontano dai fili della luce, ecc.) e che, per di più, fanno paesaggio per la loro posizione, non hanno altro risultato che indebolire il sistema di difesa naturale degli alberi, aprendo ferite da taglio da cui poi entreranno funghi e parassiti varii.



Ricordo per inciso che le potature dei platani eseguite a Lecco lungo l'asse viario Valsugana, Montegrappa, Tonale hanno provocato la morte e la scomparsa di oltre il 50% degli alberi esistenti fino agli inizi degli anni 90 su quelle strade.
Ciò che più indispone è la contraddizione tra l'affannosa e conclamata ricerca di miglioramenti delle condizioni dell'aria e il persistere nel tagliare (inutilmente e senza giustificazione) fronde e
chiome con il risultato di far ritardare l'emissione delle foglie e di produrre chiome molto, molto più piccole che quindi svolgeranno la loro funzione in modo ridotto rispetto alla chioma dello stesso albero non potato. E, viste le ristrettezze di bilancio che consiglierebbero di ridurre le spese all'essenziale, tutta questa operazione (inutile, dispendiosa e senza giustificazione) noi cittadini, tramite il nostro Comune, la paghiamo anche!!



Se si lascia il calorifero acceso sotto la finestra aperta, si sperpera energia, si buttano risorse da quella finestra aperta; analogamente se si lascia il motore acceso durante una sosta. Ma tutti coloro che invocano la salubrità dell'aria e si lamentano del blocco del traffico non capiscono che un contributo fondamentale alla salute delle città deriva anche dal numero di alberi, dalle loro dimensioni, dalla quantità delle aree verdi, dalla buona salute delle chiome e dal numero delle foglie che, nel loro complesso restituiscono ossigeno e qualità della vita alla città?
Da molti anni si invoca per la città una migliore gestione del verde pubblico. Non si sono visti miglioramenti, ma soprattutto pare che taluni lavori, costosi per le casse comunali, siano fatti sena competenza, senza motivazioni o con motivazioni sbagliate.


Dott. Agr. Giorgio Buizza
Presidente Ordine dott. Agronomi e Dott. Forestali
di Como, Lecco e Sondrio


Nessun commento:

Posta un commento